L'albero di Natale

Oltre al presepe l’albero di Natale è uno dei più diffusi simboli natalizi cristiani. Addobbato con balocchi, con piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolcetti, frutti etc.; allestito in casa o all’aperto, preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale e rimosso dopo l’Epifania lo ritroviamo ovunque.

Ma da dove deriva l'usanza di preparare l'albero per Natale?

Le origini dell''albero di Natale potrebbero essere ricercate nel frassino cosmico Yggdrasil della mitologia nordica, dalle cui foglie scende il liquido della vita e ai cui piedi si radunano gli Dei per decidere le sorti degli uomini?

Oppure è imparentato con il Kien Mu, l’albero universale cinese che divide il mondo tra regno umano e regno celeste?

Ha qualcosa a che vedere con Asvattha, l’albero rovesciato indiano, le cui radici convogliano dalle nubi verso il basso l’energia sacra successivamente identificato con il Ficus sotto il quale Buddha ricevette l’Illuminazione? Oppure con il simbolo azteco di Quetzalcoatl, un cubo aperto su cui crescono quattro grandi alberi cosmici?

Richiama l’albero del Paradiso della mitologia Maya, personificazione del dio della pioggia Tlaloc “colui che fa germogliare”?

Viene dai Romani che in onore di Attis, usavano ornare con oggetti votivi l’abete sacro? O dai Greci che, per la dea Artemide, sventolavano rami con una pigna.

Magari dai Celti, i cui sacerdoti e sacerdotesse druidi, decoravano i loro alberi sempreverdi per le celebrazioni del giorno più corto dell’anno? Dai Vichinghi dell’estremo Nord dell’Europa per i quali l’abete rosso, molto diffuso a quelle latitudini, era ritenuto ricco di poteri magici poiché non perdeva le foglie nel gelido inverno?

Insomma, potremmo andare avanti ancora molto a lungo. Ciò che sicuramente dobbiamo e possiamo dire è che in numerosissime esperienze religiose di tutti i tempi, l'albero ha assunto un forte valore simbolico con tutta la sua potente forza evocatrice dell'ascesa verso l'alto e della sua forza vitale.

Oggi l'albero di Natale è certamente un simbolo collegato alla nascita di Gesù e questo da ormai diversi secoli.

Nell’Alto medioevo, i primi alberi di Natale erano chiamati “alberi del Paradiso” e venivano decorati con mele ed è forse proprio questa l'antica origine cristiana dell'albero di Natale. Nella Notte Santa si metteva in scena, davanti al portale delle chiese e delle cattedrali, la rappresentazione della storia del peccato originale nel giardino dell'Eden.

Nel passato il 24 dicembre aveva in calendario i «santi» Adamo ed Eva: era in seguito alla loro "felice colpa" che Dio Padre aveva inviato il Figlio per salvare il mondo dal male. Logico dunque, nei sagrati o anche nelle cattedrali, erigere un «albero del Paradiso» con tanto di mele appese a far da scenario alle sacre rappresentazioni del Natale. Era così espresso un importante valore cristiano: l'uomo viene liberato dal male nella notte del 24 dicembre (la notte Santa) dall’ingresso di Cristo nel mondo.

Nel 1982 per la prima volta papa Giovanni Paolo II fece collocare un abete ornato nel centro del colonnato di piazza san Pietro. Era un dono di un contadino polacco che lo trasportò a Roma sul suo camion.

Successivamente il papa disse: “Accanto al presepe troviamo il tradizionale albero di Natale che è un’usanza anch’essa antica, che esalta il valore della vita perché nella stagione invernale, l’abete sempre verde diviene segno della vita che non muore”.

Da allora in poi, per espresso volere del papa, si ripete puntualmente la tradizione a ricordo della Natività di Gesù: viene allestito un presepe e alla sua destra viene eretto l’albero di Natale, donato ogni anno da una regione montana diversa dell’Europa.

Come avete visto la storia dell'albero di Natale affonda le sue radici in un remoto passato. La cosa certa è che l'abete natalizio può ricordare a tutti, cristiani e no, la bellezza della vita. Una vita forte come le radici di un albero, verde come la speranza contro la morte e contro tutto ciò che è male.

E come l'albero è reso bello dagli addobbi che vi collochiamo, così la vita diventa bella nella misura in cui decidiamo di trasformarla con ciò che può renderla luminosa, accogliente, serena. Le nostre scelte quotidiane, quando sono incentrate sull'amore, rendono certamente straordinaria la vita e rallegrano anche quella di coloro che ci sono accanto.