Hanukkah

“In questo periodo dell'anno, quando il sole è più nascosto, la festa di Hanukkah celebra i raggi di speranza e luce. Spesso è attraverso miracoli semplici e non riconosciuti che siamo in grado di sentire il calore della speranza e della luce”. (Rafael Goldstein)

La festa di Hanukkah, detta anche “festa delle luci” è una delle più gioiose del calendario ebraico. Nel II sec. a.C. i fratelli Maccabei liberarono il Tempio a Gerusalemme dopo aver sconfitto il re seleuco Antioco IV che aveva cercato di sradicare le credenze e osservanze religiose del popolo d’Israele. Profanò il Tempio di Gerusalemme ponendo al suo interno la statua di Zeus.

Dopo la vittoria ripararono, pulirono e ridedicarono il Tempio a YHWH. Ma tutte le provviste di olio erano stati distrutte dagli invasori e quando gli ebrei vollero accendere la Menorah, necessaria alla purificazione del Tempio, trovarono soltanto una piccola ampolla che sarebbe bastata solo per un giorno.

Miracolosamente l’olio durò otto giorni, quanto bastava per ottenere altro olio. In ricordo di questo episodio, la tradizione ebraica ha istituito la festa di Hanukkà durante la quale si accendono ogni sera per otto giorni i lumi del candelabro tipico ad otto bracci.

Su questo candelabro si trova lo shamash che è la candela che accende le altre otto pur non facendo parte della Hanukkiah. Nonostante ciò, lo shamash viene posto al di sopra delle altre candele, perché chi si adopera per illuminare il prossimo, automaticamente, innalza sé stesso.

Un altro oggetto tipico è il sevivòn, la caratteristica trottola, che ricorda i bambini che all’epoca dell’oppressione di Antioco IV, studiavano la Torah di nascosto, anche se era proibito. Quando sentivano arrivare i soldati tiravano fuori le trottole, facendo finta di giocare innocentemente con esse.

Infine è diffusa l’usanza di dare ai bambini delle monete e ciò rappresenta un’opportunità per trasmettere loro il principio della tzedakà, ovvero di dare e aiutare chi si trova in una situazione di povertà