La festa di Pasqua

«Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». (Mc 16,6-7)

La Pasqua è il culmine del Triduo pasquale, centro e cuore di tutto l’anno liturgico. È la festa più solenne della fede cristiana e prosegue con il tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni fino alla solennità della Pentecoste. È la festa in cui si fa memoria della morte e resurrezione di Gesù, centro di tutta la vita cristiana.

La parola “pasqua” deriva dall’ebraico “pesach” e significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli Ebrei ricordano il passaggio dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione nella Terra promessa. Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

Presso gli ebrei la Pasqua (Pesach) era in origine legata all'attività agricola ed era la festa della raccolta dei primissimi frutti della campagna, a cominciare dal frumento. In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù, significato che si aggiunse all’altro, come ricordo della fuga dall’Egitto.

Ancora oggi, la cena pasquale presso gli Ebrei si svolge secondo un preciso ordine detto Seder. Ci si nutre con cibi simbolici per ricordare l’amarezza della schiavitù egiziana e lo stupore della libertà ritrovata.

Per celebrare la Pasqua gli israeliti, al tempo di Gesù e fino all'anno 70 d.C., ogni anno si recavano a Gerusalemme. Anch’egli vi si recava. La sua morte avvenne, infatti, in occasione della pasqua ebraica e la famosa “Ultima cena” è proprio la celebrazione della cena pasquale, che Gesù decise di fare con i propri discepoli come suo ultimo gesto da uomo libero.

E’ chiaro quindi come nella pasqua ebraica risiedano le radici della pasqua cristiana.

La celebrazione della Pasqua si svolge, in modo particolare, durante tre giorni (detti “Triduo pasquale") all’interno della settimana Santa.

Il primo giorno, il giovedì santo, si fa memoria in modo solenne, dell’ultima pasqua celebrata da Gesù con i suoi discepoli. In questa occasione Gesù istituì l’eucarestia, il sacramento centrale della fede cristiana.

Nel secondo giorno (il venerdì santo) la chiesa cristiana si ferma per fare memoria della morte di Gesù. Nella tradizione cristiana la celebrazione delle tre del pomeriggio (secondo i vangeli l’ora della morte di Gesù) è quella più solenne.

Il terzo giorno del Triduo, il Sabato Santo, è il giorno della grande veglia pasquale che è la celebrazione più solenne di tutto l'anno liturgico cristiano: dopo i giorni della passione e della morte di Cristo, dopo il sabato santo, giorno di silenzio e di lutto, la Chiesa cristiana celebra la resurrezione del Signore Gesù e professa la sua fede nell'Amore che sconfigge la morte.

Concludiamo questa breve presentazione della più importante festa cristiana, con un accenno alla tradizione dell'uovo pasquale.

L’uovo di Pasqua è un dolce della tradizione pasquale, divenuto nel tempo uno dei simboli della stessa festività della Pasqua cristiana. Nel Cristianesimo, simboleggia la risurrezione di Gesù dal sepolcro.

L’uovo ha avuto tratti simbolici sin dai tempi antichi. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita. La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina decorate a mano, all’avvento della stagione primaverile.

L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, da simbolo della rinascita primaverile della natura, divenne con il Cristianesimo il simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. La diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività.

Oggi le uova fatte di cioccolato, sono diventate un tradizionale dolce pasquale.