Il Natale

"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14)

Con il Natale tutti i cristiani celebrano la nascita del Figlio di Dio, Gesù Cristo, che si fece uomo. Con Gesù per i cristiani si compie la storia della salvezza, ossia la volontà di Dio di salvare l’uomo dal male. È questa una delle feste più importanti del cristianesimo proprio perché in essa si rivela la volontà eterna di Dio di essere una sola cosa con l’uomo. Come disse sant’Atanasio “il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio”. La festa del Natale è quindi anche la festa dell’umanità che riscopre la sua natura divina e la sua grandezza nel momento in cui professa la sua incondizionata fede nell’amore.

Il Natale viene celebrato il 25 dicembre per cattolici, protestanti e ortodossi che seguono il calendario gregoriano; il 6 gennaio per le chiese ortodosse orientali; il 7 gennaio per gli ortodossi che seguono il calendario giuliano e il 19 gennaio per la Chiesa Armena Apostolica di Gerusalemme.

Per quanto riguarda la data del 25 dicembre un antico documento, il Cronografo dell'anno 354, attesta l'esistenza a Roma della festa di Natale il 25 dicembre, che corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d'inverno, "Natalis Solis Invicti", cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell'anno, riprendeva nuovo vigore.

Come scriveva sant’Agostino nel suo discorso 371 sulla Natività del Signore: “E` nato oggi per noi il Salvatore. E` sorto pertanto oggi su tutto il mondo il vero sole. Dio si è fatto uomo perché l'uomo si facesse Dio. Perché il servo si cambiasse in padrone Dio prese la condizione di servo. Abitò sulla terra l'abitatore dei cieli perché l'uomo abitatore della terra potesse trovar dimora nei cieli”.

Celebrando in questo giorno la nascita di Colui che è il Sole vero, la luce del mondo, si è voluto dare un significato del tutto nuovo a una tradizione pagana molto sentita dal popolo, poiché coincideva con le ferie di Saturno, durante le quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni ed erano invitati a sedere alla stessa mensa, come liberi cittadini. I regali natalizi però richiamano più direttamente i doni dei pastori e dei magi a Gesù Bambino.

Il termine italiano "Natale" deriva dal latino cristiano Natāle(m), per ellissi di diem natālem Christi ("giorno di nascita di Cristo") a sua volta da latino natālis derivato da nātus ("nato"), participio perfetto del verbo nāsci ("nascere").

Una tradizione molto sentita, legata al Natale, è quella di fare all’interno della case il presepe, ossia la rievocazione storica della nascita di Gesù.

Il termine deriva dal latino "praesaepe", cioè greppia, mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini; il termine è composto da prae (innanzi) e saepes (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto.

Questa usanza ebbe origine all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da papa Onorio III. Francesco era tornato da poco (nel 1220) dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese. Tommaso da Celano, cronista della vita di San Francesco descrive così la scena nella Legenda secunda: «Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme».

La tradizione del presepe sottolinea in modo efficace il significato profondo dell’incarnazione di Dio, che diventa uomo in tutto e per tutto, mostrando come la grandezza di Dio sappia rivelarsi nella quotidianità della vita umana. La presenza del Regno di Dio nella storia, annunciata poi da Gesù, conduce il cristiano a guardare la storia come il luogo della rivelazione di Dio, senza fughe dalla realtà, ricercando negli eventi della vita reale e nella storia delle persone, soprattutto gli ultimi, la rivelazione di Dio che è Amore.