Il battesimo di Gesù
Mc 1;9-11
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Mc 1;9-11
[9]In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. [10]E, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. [11]E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio che io amo, in te mi sono compiaciuto».
Un Itinerario per una scelta fondamentale
Consideriamo la scena. Gesù, un uomo nel pieno della sua maturità, lascia la sua città, Nàzaret, per compiere un significativo itinerario verso sud. Dalla Galilea si reca in Giudea, sulle rive del fiume Giordano, per incontrare Giovanni il Battista, una figura austera e carismatica.
Questo evento è così cruciale che tutti e quattro i Vangeli lo narrano. Esso rappresenta il momento di svolta fondamentale nella vita di Gesù, il punto di avvio della sua missione pubblica. Cerchiamo di comprendere, con la dovuta attenzione, cosa accadde di così profondo in quel frangente.
Il Significato del Battesimo di Giovanni
Giovanni proponeva un gesto dal valore simbolico intenso: l'immersione nelle acque del Giordano. Non si trattava di un rito qualunque, ma di un atto che esprimeva la volontà di una conversione, del desiderio di abbandonare i propri errori per intraprendere una vita rinnovata, in fedeltà a Dio. Era un rito destinato a chi riconosceva la necessità di un cambiamento interiore.
Sorge, a questo punto, una domanda legittima: se Gesù, come la fede cristiana asserisce, era privo di peccato, per quale motivo si sottopose a un battesimo di conversione?
La risposta risiede nella profondità del suo gesto. Gesù non si immerse nell'acqua per un bisogno personale di purificazione, ma per un atto di piena solidarietà con l'umanità in ricerca. Con la sua immersione, si mise in fila con i peccatori, non perché fosse tale, ma per condividere la condizione umana e manifestare che la via verso Dio è aperta a tutti. Il suo fu anche un atto di consacrazione: un modo per dichiarare pubblicamente la sua piena adesione al progetto di Dio.
Dall'Intuizione alla piena consapevolezza
Si può paragonare l'esperienza di Gesù a un'intuizione profonda riguardo alla propria vocazione. Inizialmente, può essere una percezione interiore, una consapevolezza non ancora pienamente definita. Con la maturazione e l'esperienza, questa percezione si consolida fino a diventare una certezza incrollabile.
Per Gesù, il rapporto unico e filiale con Dio era una realtà costitutiva della sua persona. L'evento del battesimo fu il momento in cui tale consapevolezza raggiunse la sua pienezza e chiarezza definitive. Quella che prima era una intuizione interiore, divenne in quel momento una rivelazione chiara e potente.
L'analisi del linguaggio simbolico
L'evangelista Marco non redige una semplice cronaca di eventi. Egli utilizza un linguaggio simbolico di straordinaria densità per comunicarci una realtà interiore, altrimenti inesprimibile: ciò che avvenne nella coscienza di Gesù.
L'evento storico – il battesimo di Gesù nel Giordano per mano di Giovanni – è il contenitore di un significato più profondo, svelato da tre immagini potenti:
I cieli che si squarciano.
Lo Spirito che discende come una colomba.
La voce che proviene dal cielo.
Esaminiamole singolarmente, per coglierne la densità.
I cieli si squarciano
Nella tradizione biblica, il cielo è il simbolo della dimora di Dio.
Lo "squarciarsi" dei cieli è un'immagine di grande forza, che suggerisce un'azione divina potente, non un semplice evento naturale spettacolare. Indica la fine di ogni distanza: Dio non è più percepito come lontano, ma si rivela, irrompe nella storia umana e si manifesta direttamente a Gesù, stabilendo una relazione piena e senza veli.
Lo Spirito discende come una colomba
La rivelazione del Padre prepara alla discesa dello Spirito Santo. La teologia cristiana identifica lo Spirito con l'Amore che unisce il Padre e il Figlio, la potenza creatrice di Dio. L'immagine della colomba è essenziale: essa simboleggia la pace, la purezza. Questo dettaglio comunica che Gesù è avvolto dalla potenza del Padre non con un atto di forza schiacciante, ma come dono d'amore che pervade Gesù con pace e pienezza, rivelandogli la sua missione.
La voce dal cielo
«Tu sei il Figlio mio, l'amato» La voce conferma e articola ciò che le immagini hanno rivelato. È la proclamazione che trasforma l'esperienza interiore in certezza assoluta. È significativo che la voce si rivolga direttamente a Gesù con il "Tu", rendendo l'evento una rivelazione personale e intima. La parola divina conferma la sua identità filiale, definendolo "l'amato", unito al Padre attraverso lo Spirito, una cosa sola con Lui.
Conclusione: l'Inizio della missione
Il battesimo fu dunque molto più di un rito. Fu un'esperienza teofanica – cioè una manifestazione di Dio – che definì in modo irrevocabile l'identità e la missione di Gesù.
Da questo momento, investito dallo Spirito e forte della certezza della sua relazione unica con il Padre, Gesù fu pronto a iniziare il suo ministero pubblico. Consapevole di chi era e del senso della sua venuta nel mondo, il suo cammino poteva avere inizio, partendo proprio dalle rive del Giordano.
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